La presenza di Giancarlo Montaldo alla presentazione ufficiale del Barolo 2015 era indispensabile anche per tracciare un profilo accurato dell’annata, sia dal punto di vista climatico che sensoriale. Ad aiutarlo in questo compito c’era Stefano Conterno, vicepresidente dell’Enoteca Regionale. Insieme hanno spiegato come il 2015 sia partito con un inverno purtroppo mite e povero di precipitazioni nevose. Un po’ di freddo era tornato a marzo, lasciando spazio poi ad una primavera umida e piovosa. Molti ricordano l’annata per un caldo eccezionale, che effettivamente si è fatto sentire (con picchi anche di 40 gradi) in un mese di luglio considerato tra i più torridi del ‘900.
«Dal 10 agosto – hanno tuttavia precisato Montaldo e Conterno – il clima è cambiato e ha ripreso a dare la giusta alternanza tra caldo e freddo. L’autunno è stato favorevole tra la fine di settembre e la prima parte di ottobre, arrivando ad una vendemmia in periodi direi convenzionali. Si può quindi parlare di un’annata alterna, e nel complesso non troppo calda, anche se molti la ricordano così. Inoltre le temperature estive hanno avuto una conseguenza positiva dal punto di vista ecologico perché non è stato necessario dare molti trattamenti».
Come si presenta dunque nel bicchiere l’annata 2015? Il parere di Montaldo e Conterno è che a livello sensoriale si tratti di un millesimo interessante, ma con una curiosa dicotomia: da un lato il barolo 2015 è già molto gradevole ora, soprattutto a livello olfattivo, con sensazioni fruttate evolute, confettura, tabacco, fieno, e un bell’equilibrio già raggiunto. Dall’altro si avverte ancora una leggera spigolosità tannica e una bella acidità, che possono al contrario far presuppore un buon potenziale di invecchiamento. Bisognerà dunque aspettare ancora un po’ per capire se ci troviamo di fronte ad un Barolo da bere in tempi non lunghissimi, oppure con una grande evoluzione davanti.

Grazie a Teresa Baccini per l’immagine gentilmente concessa.