Diretto e pungente, con una trasparenza forse provocatoria, ma che arriva dalla consapevolezza e fermezza delle proprie opinioni e da anni di battaglie per quell’idea di enogastronomia che ha reso Slow Food celebre in tutto il mondo. Carlo Petrini, o meglio “Carlin”, ha accolto con energia la dedica dell’annata 2015, che l’Enoteca Regionale del Barolo gli ha conferito domenica scorsa, 9 giugno. È stato se stesso in tutto e per tutto, anche di fronte ad una platea di oltre cento persone, molte delle quali erano produttori di vino, impiegati del settore, giornalisti, appassionati.

Il “debutto” della nuova annata del Barolo è avvenuto così, con il neogovernatore del Piemonte Alberto Cirio al suo primo incarico ufficiale, che ha definito Petrini «un genio, una di quelle persone che non basta starle a sentire, bisogna imparare ad ascoltarle». E i geni, si sa, non hanno paura di dire la loro, anche se si tratta di dedicare il riconoscimento appena ottenuto a chi è morto in vigna, o agli extracomunitari che oggi lavorano tra i filari. Ai produttori delle Langhe Petrini ha chiesto senza mezzi termini di abbandonare la chimica, di non “nebbiolizzare” le colline, di salvaguardare la salute dei viticoltori e la biodiversità di un territorio che, se perdesse la propria identità, finirebbe soggetto alle altalene del mercato. Poi alla fine si è voltato verso il presidente dell’Enoteca, Federico Scarzello, e con ironia gli ha chiesto: «Bene, ora spiegami perché avete deciso di dedicarmi un Barolo, se ancora me lo merito dopo tutte le cose che ho detto».

Il riconoscimento, dopotutto, era meritato davvero. Dalla Libera e Benemerita Associazione degli Amici del Barolo, fondata da Petrini stesso, alle battaglie di Slow Food, “Carlin” è sempre stato presente e in 40 anni ha fatto molto per il Barolo e il territorio intero. Accanto a lui Scarzello ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della presentazione, compresi i produttori, che hanno fornito le 140 diverse etichette disponibili contemporaneamente per tutti gli otto giorni della Barolo Open Week (le degustazioni somministrate sono state circa 10mila). Al suo fianco il giornalista Giancarlo Montaldo e Stefano Conterno, vicepresidente dell’Enoteca, hanno tracciato il profilo climatico e sensoriale della nuova annata. Infine Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine, ha guidato nel pomeriggio una degustazione a numero chiuso con oltre 60 partecipanti, che ha concluso nel migliore dei modi una giornata davvero da ricordare. 

Sfogliando la gallery, alcune immagini significative…

Grazie a Teresa Baccini e Pierangelo Vacchetto per le immagini gentilmente concesse.